In anni recenti si è molto diffusa un’etichetta pseudoscientifica e pseudonaturalistica che identifica i cavalli quali animali da fuga, raffigurati spesso grottescamente come esseri reattivi e abitudinari che reagiscono imprevedibilmente alle nuove situazioni perchè fa parte della loro natura. Insomma degli idioti che solo il sapiente cittadino di Equestropoli, riesce a far diventare animali razionali, attraverso le più variegate tecniche di autocontrollo cognitivo, desensibilizzazione etica, doma etologica ed equitazione empatica.
Nella realtà dei fatti questa immagine del cavallo quale animale da fuga è stata creata nei laboratori dell’industria equestre, perfezionata poi dalla moderna horsemanship, approvata dagli etologi equestri, per giustificare i comportamenti reattivi che gran parte dei cavalli esibisce nei contesti equestri, ma che invece proprio da questi contesti sono provocati, creati e allenati quotidianamente.
In effetti, ci sono più animali da preda in un tondino d’addestramento che in natura. Se un minimo si conoscesse infatti la natura, che non è fatta di leggi, regolette e meccanicismi, ma di infinite variabili che riferiscono anche alle infinite soggettività che la popolano, si comprenderebbe come il sistema equestre ha cospirato, esso si, ai danni dell’immagine dei cavalli, trasformandoli in tristi pagliacci che hanno perso la capacità non solo di dialogare con i propri stati mentali ed emozionali, ma anche con il proprio corpo e a cui quindi, il solito sapiente cittadino di Equestropoli, insegna non solo a ragionare e a controllare le emozioni, ma anche a come muoversi.
Oltre a questo, una nuova tendenza scientista, alquanto singolare e bizzarra, è quella di mettere in discussione tecniche di addestramento, come ad esempio quelle di manipolazione precoce del puledro, non in quanto eticamente discutibili di per se, ma perchè non lascerebbero al cavallo l’espressività della fuga che è qualcosa di connaturato al cavallo. Come a dire, eticamente discutibili i proponenti di queste tecniche di manipolazione, quanto scientificamente discutibili gli etologi dell’ultim’ora loro detrattori, con questi ultimi anche peggiori dei primi nella realtà, perchè si ergono sull’addestramento senza alcuna reale e sostanziale competenza sia scientifica che pratica, ma solo grazie a furbizia, rubacchiamento banale e passacartismo scientifico.
Ma in fondo forse è vero che i cavalli sono animali da fuga, sicuramente in fuga dalle mura di Equestropoli, via dai cowboys etici, dagli etologi passacarte e dagli stalkers in leggerezza, che altro non fanno che occuparsi di giustificazionismo scientifico-addestrativo, più che di cavalli.
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